Guai a chi è solo. Ed è del tutto solo chi non ha amici. Quale felicità, invece, quale sicurezza, quale gioia avere uno con cui tu puoi parlare come a te stesso, al quale non temi di confessare le tue mancanze, davanti al quale non ti vergogni di svelare i tuoi progressi nel cammino spirituale, al quale puoi confidare tutti i segreti del tuo cuore e affidare i tuoi propositi?

In una cosa l’amicizia risplende di una speciale prerogativa: tra coloro che sono uniti col vincolo dell’amicizia, tutto diventa piacevole, tutto sicuro, tutto dolce, tutto soave.

Quattro qualità vanno provate nell’amico:

La lealtà, perché tu possa affidargli con sicurezza te stesso e tutte le tue cose;

L’intenzione, perché egli non abbia da attendersi dall’amicizia nient’altro che il bene naturale dell’amicizia stessa;

La discrezione, perché non ignori che cosa si debba dare all’amico e che cosa chiedergli, in che cosa rattristarsi con l’amico e in che cosa rallegrarsi con lui, quale amico ritener di dover talvolta correggere e per quali motivi, in che modo, in che occasione e in che luogo fare ciò;

La pazienza perché, eventualmente rimproverato, non se ne addolori e non disprezzi né detesti chi lo rimprovera, così che non gli rincresca sopportare per l’amico ogni avversità.

(Aelredo di Rievaulx, L’amicizia spirituale)

Con l’augurio di sperimentare la bellezza dell’amicizia!