Ogni vita nell’universo visibile è ritmica, quella della pianta come quella del corpo e dello spirito, ed i due tempi di questo ritmo sono in opposizione come l’esercizio al riposo.

Qualsiasi orientamento di vita la espone al pericolo che il ritmo si rompa per causa dell’abuso di utilizzazione di uno dei tempi a spese dell’altro.

La vita divina dell’uomo e la sua preghiera non sfuggono a questa legge ed ai suoi rischi.

Nel lavoratore l’intorpidirsi dell’intelligenza può portare ad una certa pesantezza della volontà, l’eccesso di fatica può rompere l’equilibrio nervoso del dominio di sé, così come l’agitazione ed il continuo rumore possono alterare col tempo il silenzio interiore del cuore.

È perciò indispensabile il trovare, ad intervalli regolari, dei periodi di riflessione su se stessi per non illudersi sulle proprie intime disposizioni.

Tratto da “Come loro” di Renè Voillaume (1960)

La meditazione come strumento di riflessione su se stessi