“Tu”, che straordinaria parola sei!
“Tu”, che segno inconfondibile di comunicazione!
Quando ti pronuncio esco dalla mia solitudine e dal mio isolamento.
Tu mi indichi il fratello, l’amico, la sposa, il padre.
Se poi mi indichi Dio non c’è limite alla comunicazione.
Il “tu” è l’anima della preghiera.
È il segno dell’Altro e il tema preferito.
Quando pregate vi sentirete davanti ad un Altro.
Può darsi che l’Altro tu lo senta dentro.
Può darsi che tu lo senta fuori.
Può darsi che ti senta avvolto.
Può darsi che ti senta lontano lontano.
Può darsi che tu lo senta come Silenzio
come Assenza,
come Aridità,
come Oscurità o come Luce
o come Gaudio o come Pienezza
o come Rimprovero.
Non c’è limite all’esperienza di Dio in noi.
Lui è la novità ed ho l’impressione che non si ripeta mai nel modo di avvicinarsi a noi.
(Carlo Carretto, Padre mio mi abbandono a te, ed Città Nuova)
Uscire dai nostri schemi per incontrare il nostro “Tu”. Questo è l’augurio che ci facciamo per il Natale che arriva.