Il “piccolo” è colui che ha bisogno di essere sostenuto da qualcuno per sopravvivere.

E se ci guardiamo interiormente, ciascuno può facilmente verificare che da qualche parte lì dentro c’è un piccolo che ci sta chiedendo aiuto. Forse è arrabbiato, spaventato o si sente inadeguato…

Spesso noi adulti non siamo disponibili ad ascoltarlo con attenzione e lo liquidiamo spazientiti, perché rivela la nostra fragilità.

Capita così che questo piccolo, abbandonato a se stesso, a volte perda il controllo della situazione e noi finiamo per comportarci in modo… infantile, appunto.

A volte abbiamo la sensazione di sentirci smarriti e ci muoviamo nel mondo letteralmente come bambini disperati che cercano di racimolare briciole d’amore lì dove capita.

Ma noi, in quanto Figli, possediamo già “tutto” ciò che ci serve per prenderci cura di questa parte piccola.
Quando impariamo a prenderci cura di noi, finalmente diventiamo adulti.

L’adulto è la persona libera che può muoversi nel mondo non spinto dalla necessità, bensì dalla libertà. Libertà di amare piuttosto che di essere amato.

Se ti senti fragile, allora puoi sperimentare che sei Figlio, che sei amato e che hai “tutto” ciò che ti serve.

GetUpandWalk.gesuiti.it commento di Lc 10,21-24, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ

L’augurio, in questo tempo che ci separa dal Natale, è quello di meditare nel silenzio e di sperimentare la nostra realtà di Figli amati.